Una straordinaria formazione che unisce
tre stelle della scena jazz europea

Eurostars Trio
Al pianoforte di Enrico Pieranunzi, il musicista italiano probabilmente più famoso e stimato al mondo, si affiancano
il formidabile batterista André Ceccarelli, storica icona del jazz francese e il funambolico contrabbassista danese Thomas Fonnesbaek,
rappresentante di una formidabile tradizione di strumentisti d’eccezione che il paese scandinavo sembra produrre in serie.
Il trio proporrà un mix di standards e composizioni originali che di sicuro faranno viaggiare la musica
a grande intensità e velocità, com’è giusto che sia per questo imperdibile “Eurostars Trio”.

Al pianoforte di Enrico Pieranunzi, il musicista italiano probabilmente più famoso e stimato al mondo, si affiancano il formidabile batterista André Ceccarelli, storica icona del jazz francese e il funambolico contrabbassista danese Thomas Fonnesbaek, rappresentante di una formidabile tradizione di strumentisti d’eccezione che il paese scandinavo sembra produrre in serie. Il trio proporrà un mix di standards e composizioni originali che di sicuro faranno viaggiare la musica a grande intensità e velocità, com’è giusto che sia per questo imperdibile “Eurostars Trio”.

Il suo drumming raffinato, l’uso
personalissimo delle dinamiche, dei fraseggi e il suo swing
propulsivo, rappresentano un autentico riferimento
per chiunque suoni la batteria.

“Enrico Pieranunzi immette nuova linfa nel jazz
contemporaneo”, Ray Spencer-Jazz Journal,
“Il più lirico e fantasioso tra i pianisti di oggi”, All about jazz
“Tra i migliori pianisti del mondo”, The Wall Street Journal.

Straordinario session man, Fonnesbaek collabora
dal 1999 in molteplici registrazioni jazz,
diventando un contrabbassista
richiesto in tutto il mondo.

Nato a Nizza nel 1946, André Ceccarelli assume negli anni l’etichetta di storica icona del jazz francese. Musicista di caratura mondiale, performer di classe dotato di sensibilità e controllo incredibili sullo strumento, è considerato uno dei migliori batteristi dei nostri tempi. All’età di quindici anni, dopo aver imparato la batteria da suo padre nell’orchestra di Aimé Barelli al casinò del Monaco Sporting Club, iniziò a suonare nei saloni del “The Royal Hotel” di Nizza, dove produce Dancing Tea, ed è qui che viene presentato ai fratelli Roboly, con i quali, a seguito della loro richiesta, partecipò alle prove della band francese rock Les Chats Sauvages, per poi divenirne il batterista nel 1962, anno che corrispose all’inizio della sua lunga carriera. Lasciò poi il gruppo nel gennaio del 1964 per unirsi a Claude François, e dopo aver suonato con molti artisti di varietà, si trasferì al Jazz, che ha sempre desiderato fare sin dal suo inizio. Moltissimi artisti, dal pop al jazz, si sono avvalsi delle sue qualità sia su disco che sul palco; ecco qualche nome: Milton Nascimento, Tania Maria, Lucio Dalla, Aretha Franklin, Tina Turner, Dee Dee Bridgewater, Enrico Rava, Kenny Wheeler, Niels-Henning Ørsted Pedersen, Jean-Luc Ponty, Stéphane Grappelli, Didier Lockwood, Chick Corea, Joey DeFrancesco, John McLaughlin, Biréli Lagrène, Christian Escoudé, Philippe Catherine, Nguyên Lê and Sylvain Luc, Enrico Pieranunzi.

Nato a Roma nel 1949, Enrico Pieranunzi è musicista tra i più versatili della scena musicale europea. Nella sua particolarissima avventura sonora, jazz e classica convivono fin dall’inizio uno a fianco all’altra e così nella sua ricchissima cdgrafia (più di 80 cd) si trovano collaborazioni prestigiose con luminari del jazz come Chet Baker, Paul Motian, Charlie Haden, Marc Johnson e Joey Baron, ma anche un cd in duo con Bruno Canino e lavori incentrati su Scarlatti, Martinu e Gershwin. Blues, barocco e molto altro insomma.
Un’attività eclettica in cui pianismo, composizione e arrangiamento sono inscindibilmente intrecciati e che spesso l’ha visto impegnato come autore nella musica per film e teatro. Si è esibito, oltre che sui palcoscenici dei principali paesi europei, in Sud America, Giappone, e, numerose volte, negli Stati Uniti. È l’unico musicista italiano ad aver suonato e registrato più volte a suo nome nello storico “Village Vanguard” di New York. Parecchie sue composizioni sono diventate veri e propri standard suonati e registrati da musicisti di tutto il mondo e sono state pubblicate nei prestigiosi “New Real Book” statunitensi; tra queste, “Night Bird”, “Don’t forget the poet”, “Les Amants”, “Fellini’s Waltz”, “Je ne sais quoi”, “Trasnoche”, “Coralie”. Il suo originale linguaggio musicale è stato oggetto di numerose tesi di laurea o di dottorato, in Italia e all’estero.

Nato a Helsingør nel 1977, Thomas Fonnesbæk, funambolico contrabbassista danese, rappresenta una formidabile tradizione di strumentisti d’eccezione che il Paese scandinavo sembra produrre in serie, tanto che gli appassionati, lo vedono sempre più come il successore del defunto grande Nils-Henning Orsted Pedersen. Inizia a suonare il contrabbasso all’età di dodici anni, approdando nella scena jazz scandinava alla fine degli anni novanta; le prime registrazioni sono state fatte nel 1999 con il Peter Poulsen Sextet, per poi, negli anni seguenti proseguire con le band di Jacob Christoffersen, Kristian Jørgensen, Lars Jansson, Nikolaj Bentzon, Thomas Clausen, Monty Alexander, Arron Parks, per citarne alcuni.
Nel 2012 ha registrato con Lars Jansson e Paul Svanberg in Svezia il suo album di debutto Sound of My Colours, nel 2015 ha pubblicato con la cantante Sinne Eeg il duo album Eeg-Fonnesbaek e nel 2018, presenta l’album Blue Waltz, in duo con Enrico Pieranunzi. Non ci sono punti deboli nel modo di suonare di Fonnesbæk; la sua la capacità di percepire la musica come colori nella sua mente, le sue acrobatiche abilità sul suo strumento, combinate con un forte senso melodico, armonico e ritmato, lo rendono un musicista completo e straordinario, influenzato sia dalla malinconia scandinava che dalla tradizione jazz americana.

“Enrico Pieranunzi immette nuova linfa nel jazz contemporaneo”, Ray Spencer-Jazz Journal, “Il più lirico e fantasioso tra i pianisti di oggi”, All about jazz “Tra i migliori pianisti del mondo”, The Wall Street Journal.

Nato a Roma nel 1949, Enrico Pieranunzi è musicista tra i più versatili della scena musicale europea. Nella sua particolarissima avventura sonora, jazz e classica convivono fin dall’inizio uno a fianco all’altra e così nella sua ricchissima cdgrafia (più di 80 cd) si trovano collaborazioni prestigiose con luminari del jazz come Chet Baker, Paul Motian, Charlie Haden, Marc Johnson e Joey Baron, ma anche un cd in duo con Bruno Canino e lavori incentrati su Scarlatti, Martinu e Gershwin. Blues, barocco e molto altro insomma.
Un’attività eclettica in cui pianismo, composizione e arrangiamento sono inscindibilmente intrecciati e che spesso l’ha visto impegnato come autore nella musica per film e teatro. Si è esibito, oltre che sui palcoscenici dei principali paesi europei, in Sud America, Giappone, e, numerose volte, negli Stati Uniti. È l’unico musicista italiano ad aver suonato e registrato più volte a suo nome nello storico “Village Vanguard” di New York. Parecchie sue composizioni sono diventate veri e propri standard suonati e registrati da musicisti di tutto il mondo e sono state pubblicate nei prestigiosi “New Real Book” statunitensi; tra queste, “Night Bird”, “Don’t forget the poet”, “Les Amants”, “Fellini’s Waltz”, “Je ne sais quoi”, “Trasnoche”, “Coralie”. Il suo originale linguaggio musicale è stato oggetto di numerose tesi di laurea o di dottorato, in Italia e all’estero.

Il suo drumming raffinato, l’uso personalissimo delle dinamiche, dei fraseggi e il suo swing propulsivo, rappresentano un autentico riferimento per chiunque suoni la batteria.

Nato a Nizza nel 1946, André Ceccarelli assume negli anni l’etichetta di storica icona del jazz francese. Musicista di caratura mondiale, performer di classe dotato di sensibilità e controllo incredibili sullo strumento, è considerato uno dei migliori batteristi dei nostri tempi. All’età di quindici anni, dopo aver imparato la batteria da suo padre nell’orchestra di Aimé Barelli al casinò del Monaco Sporting Club, iniziò a suonare nei saloni del “The Royal Hotel” di Nizza, dove produce Dancing Tea, ed è qui che viene presentato ai fratelli Roboly, con i quali, a seguito della loro richiesta, partecipò alle prove della band francese rock Les Chats Sauvages, per poi divenirne il batterista nel 1962, anno che corrispose all’inizio della sua lunga carriera. Lasciò poi il gruppo nel gennaio del 1964 per unirsi a Claude François, e dopo aver suonato con molti artisti di varietà, si trasferì al Jazz, che ha sempre desiderato fare sin dal suo inizio. Moltissimi artisti, dal pop al jazz, si sono avvalsi delle sue qualità sia su disco che sul palco; ecco qualche nome: Milton Nascimento, Tania Maria, Lucio Dalla, Aretha Franklin, Tina Turner, Dee Dee Bridgewater, Enrico Rava, Kenny Wheeler, Niels-Henning Ørsted Pedersen, Jean-Luc Ponty, Stéphane Grappelli, Didier Lockwood, Chick Corea, Joey DeFrancesco, John McLaughlin, Biréli Lagrène, Christian Escoudé, Philippe Catherine, Nguyên Lê and Sylvain Luc, Enrico Pieranunzi.

Straordinario session man, Fonnesbaek collabora dal 1999 in molteplici registrazioni jazz, diventando un contrabbassista richiesto in tutto il mondo.

Nato a Helsingør nel 1977, Thomas Fonnesbæk, funambolico contrabbassista danese, rappresenta una formidabile tradizione di strumentisti d’eccezione che il Paese scandinavo sembra produrre in serie, tanto che gli appassionati, lo vedono sempre più come il successore del defunto grande Nils-Henning Orsted Pedersen. Inizia a suonare il contrabbasso all’età di dodici anni, approdando nella scena jazz scandinava alla fine degli anni novanta; le prime registrazioni sono state fatte nel 1999 con il Peter Poulsen Sextet, per poi, negli anni seguenti proseguire con le band di Jacob Christoffersen, Kristian Jørgensen, Lars Jansson, Nikolaj Bentzon, Thomas Clausen, Monty Alexander, Arron Parks, per citarne alcuni. Nel 2012 ha registrato con Lars Jansson e Paul Svanberg in Svezia il suo album di debutto Sound of My Colours, nel 2015 ha pubblicato con la cantante Sinne Eeg il duo album Eeg-Fonnesbaek e nel 2018, presenta l’album Blue Waltz, in duo con Enrico Pieranunzi.
Non ci sono punti deboli nel modo di suonare di Fonnesbæk; la sua la capacità di percepire la musica come colori nella sua mente, le sue acrobatiche abilità sul suo strumento, combinate con un forte senso melodico, armonico e ritmato, lo rendono un musicista completo e straordinario, influenzato sia dalla malinconia scandinava che dalla tradizione jazz americana.